La sambuca è un liquore tra i più apprezzati e conosciuti al mondo. In pochi sanno, però, che la sua origine è legata a doppio filo con la storia di un personaggio nato a Ischia. Parliamo di Luigi Manzi, imprenditore di fede garibaldina vissuto tra il 1809 e il 1873: a lui si deve la ricetta originale della sambuca, quella da cui prese ispirazione il celeberrimo Angelo Molinari.

Una pubblicità della Sambuca Manzi

L’origine: la sambuca un secolo prima di Molinari

Manzi inventò il famoso liquore a Civitavecchia nel 1851 e già allora aveva le idee chiare sulle peculiarità della sambuca: come scrisse in una lettera, la definì “una anisetta fina che fa ottimamente star lo stomaco dopo il pasto”. Niente di diverso da quello che accade oggi, dal momento che la sambuca – con la mosca, se siete dei puristi – è annoverabile tra gli ammazzacaffè più diffusi in Italia e non solo.

Parlavamo di Civitavecchia, cittadina romana in cui l’ischitano passò gran parte della sua vita dal 1848 in poi, anche a seguito delle peripezie che il garibaldino Manzi visse dopo l’impegno in prima persona nei moti rivoluzionari di quegli anni. A conti fatti, Civitavecchia è protagonista assoluta della storia della Sambuca: dobbiamo ricordare, infatti, che Molinari si stabilì qui nel 1936 di ritorno dall’Etiopia. Intreccio nell’intreccio, sempre nel comune laziale, Molinari trovò lavoro presso l’azienda Sambuca Manzi, iniziando così a carpire i segreti di questo liquore, lui che dopo la prima guerra mondiale si era specializzato nella vendita di vino.

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Le due formule, le differenze tra Sambuca Manzi e Molinari

Luigi Manzi Sambuca liquore anice
Luigi Manzi, inventore della sambuca

Quando Molinari arrivò a Civitavecchia, la Sambuca Manzi era dunque già un’istituzione. Ora, sebbene tra le due invenzioni ci fosse quasi un secolo di distanza, non si può comunque sostenere che Molinari copiò la ricetta (per giunta ancora segreta) all’ischitano Manzi. A testimoniarlo due formule che a tutt’oggi hanno ingredienti base diversi: la Molinari – nata ufficialmente nel 1945 – si prepara con l’anice stellato, quella legata a Ischia con l’ anice verde e ha un sapore più secco. In ogni caso, al di là del primo utilizzo (ufficiale) del celeberrimo nome del liquore, è fuori di ogni dubbio che l’invenzione del Manzi abbia dato il via ad un processo che ha portato alla nascita della celebre Sambuca Molinari.

Se siete dei romantici e volete provare la prima vera Sambuca, è bene sottolineare che – al netto di acquisizioni e vendite di aziende – un liquore che porta il nome Sambuca Manzi viene prodotto ancora oggi, proprio in quel di Civitavecchia. Vi basterà una rapida ricerca su Google per trovare i rivenditori.

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Sambuca, origine del nome: dai sambuchelli allo Zammut

Guardando all’origine del nome, la versione più attendibile ce la fornisce lo stesso Luigi Manzi ed è legata a doppio filo alle sue radici ischitane. Come si evince da una lettera inviata dallo stesso Manzi all’amico Giovanni Foschini, il nome è a conti fatti un omaggio ai sambuchelli, gli acquaioli isclani che andavano nei campi a ristorare i contadini, portando loro acqua e anice. 

Questa combinazione dissetante, curiosamente, a Palermo era distribuita per le strade e le campagne dall’acquavitaro ed è ancora oggi chiamata “Zammù”. Un termine, quest’ultimo, estremamente vicino all’arabo Zammut, nome di una bevanda approdata proprio a Civitavecchia su navi provenienti dall’Oriente. Stando alla versione ufficiale (presente anche sul sito della Molinari) il termine sambuca deriverebbe proprio da questo liquore arabo.

A queste tre ipotesi se ne aggiunge una quarta (divertente), secondo cui Manzi – per risparmiare sui costi di produzione – introduceva l’alcool di contrabbando in un foro nel pavimento, per nasconderlo. Insomma, un san…buco (ehm!). Inutile sottolineare che la ricostruzione più verosimile sia quella fornita dallo stesso Manzi: dietro il nome Sambuca ci sono con molta probabilità Ischia e i suoi sambuchelli.

Luigi Manzi, quante opere a Ischia

Intorno agli anni ’60 del diciannovesimo secolo, Luigi Manzi tornò con più frequenza nella sua Casamicciola. Ma non si trattò un ritorno nel segno del relax: al contrario, ricostruì le Terme Manzi (fondate dal padre) e ospitò Garibaldi, ghiotto della Sambuca a tal punto da ordinarne una cassa (“Una data indimenticabile“, come scrisse lo stesso Manzi in una lettera alla moglie).

Inoltre, l’imprenditore ischitano valorizzò la sorgente del Castiglione, realizzò la prima centrale per l’energia elettrica, costituì una società di navigazione che assicurava il piroscafo giornaliero Casamicciola-Napoli e Casamicciola-Torregaveta. Il grande impegno di Manzi fu poi premiato: a lui è intitolato ancora oggi il corso principale casamicciolese.

Luigi Manzi nacque a Casamicciola nel 1809 (figlio di Arcangelo Manzi e Angela Mennella), morì a Civitavecchia nel 1873. Ebbe sei figli. 

2 thoughts on “Sambuca Manzi, fu un personaggio mitico di Ischia a inventare il celebre liquore”

  1. ho trovato il Vostro articolo su FB il blog Sambuca Manzi, sto’ ricercando per conto della mia cliente Luigi Manzi, che era un antenato della mia cliente la cui prozia sposo’ uno dei figli di Cornelio Manzi, la Signora e’ inglese e non parla l’italiano, vi sarei grata se poteste farmi avere una copia della foto di Luigi Manzi, dato che non ha nessuna foto di quell lato della famiglia, cordiali saluti Roberta Hillier

  2. Ci spiace, ma la foto che vedete è l’unica presente nel nostro archivio che ritrae Manzi. Vi avvertiremo se troveremo mai un’altra foto migliore (nel caso non avremo problemi ad inviarvela).

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