Anni ’20, Ischia sconosciuta e per gli stranieri esisteva solo Capri

Il primo Luglio del 1929 l’isola d’Ischia è al centro di un articolo di Vittorio Ricciuti su “La Lettura“, rivista mensile del Corriere della Sera pubblicata dal 1901 al 1952 (ora questo è il nome di un inserto domenicale sempre del giornale milanese). È curioso notare come Ischia fosse vista essenzialmente come un luogo esotico, lontano dal turismo di massa e incapace di tenere testa – anche, diversamente da ora, in termini di presenze – alla vicina Capri. Curioso notare altresì che l’isola verde, a dire di Ricciuti, fosse un luogo di vacanza esclusivamente per napoletani; pochi, pochissimi i forestieri. Uno spaccato dell’isola che fu, contadina e ancora lontana dal boom post-bellico. Qui sotto un estratto dell’articolo di Ricciuti.


1857 Clarkson Frederick Stanfield - Ischia and Castello
1857 Clarkson Frederick Stanfield – Ischia and Castello

Ischia
di Vittorio Ricciuti

(…) Il forestiero che, armato di Baedecker, giunge a Napoli ha sempre in programma – tra una escursione al Vesuvio ed una vita a Pompei – una gita alla Grotta Azzurra, a quel mirabile recesso nel quale il pilota audace di Argo, per volere di Giove, si dispogliò delle sue scaglie che diedero al mare i loro fantastici colori. (…) Ma difficilmente accade che quello stesso forestiero, il quale arriva a Napoli con negli occhi la visione di Capri, che le cartoline illustrate hanno diffuso in tutto il mondo, allunghi il suo sguardo all’altro versante del golfo e senta vaghezza di visitare l’isola d’Ischia. Eppure essa è tutta una meraviglia. A due passi da Ischia è Porto d’Ischia con la Casina Reale Borbonica, ora stabilimento termale; e a mezz’ora di distanza, è Barano, famosa pei suoi vini. Sulla riviera meridionale, in altura, Serrara e Fontana (che formano un solo comune) sono la… Svizzera dell’isola. In alto, l’Epomeo, vulcano spento, che servì nei tempi passai assai spesso di rifugio agli isolani contro le invasioni barbariche e piratesche. Poco lontano, Casamicciola, dalle mille sorgenti salutari, dai fanghi e dalle stufe rinomatissimi, e famosa anche per il terribile terremoto dell’agosto 1883, di cui ancora si rammemora la violenza, e che fu incentivo a una mondiale manifestazione fratellanza benefica. In collina, Forio, la del sapido vino che tutto il mondo pregia. Accosciata ai piedi del monte Vico, la borgata di Lacco Ameno.

A questo biondo paesello in ogni tempo hanno chiesto ristoro salutare sovrani, artisti, generali (…). L’estate mette di moda l’isola, che, se dai forestieri è quasi ignorata, non lo è dai napoletani, i quali preferiscono la sua bella spiaggia alle bizzarre grotte capresi e agli snervanti profumi di Sorrento. Sulla spiaggia d’Ischia, che si stende a perdita di vista lungo il mare, ai piedi del «vitifero monte», durante i mesi estivi è tutta una fioritura di ombrelloni e di tende a strisce policrome o audacemente colorate in rosso e in giallo. Sono migliaia di bagnanti, che chiedono alla rena fina, soffice, dorata, qualche ora di oblio e di riposo.

Anni ’20, Ischia sconosciuta e per gli stranieri esisteva solo Capri
Torna su