Ischia, 1953. Siamo sulla Riva Destra, ora luogo del by night isolano, una volta – prima del boom iniziato proprio durante gli anni ’50 – spazio privilegiato per pescatori, ormeggiatori e operai dei cantieri navali. La foto, in bianco e nero, mostra la tipica giornata primaverile di tre isolani, due in “divisa” da uscita domenicale e l’altro, fiero sulla sua lambretta, in tenuta più di lavoro e sportiva. Sono volti di una Ischia diversa, uscita da poco dalle miserie della seconda guerra. Lo scatto cattura un momento di svago, con i più giovani che – forse più abituati al mezzo fotografico – guardano in macchina e l’altro, un uomo almeno di sessant’anni, che assume la stessa posa delle foto di famiglia tipiche di 20, 30 anni prima. Fiero guarda lontano, come lontano iniziava a guardare l’isola verde, protagonista di lì a poco di un boom economico senza precedenti e, forse, irripetibile.
Aggiornamento 2018. Per raccontare l’immagine in tutti i suoi dettagli, ci viene in soccorso un appassionato della storia fotografica dell’isola di Ischia come Adriano Esposito, che sul gruppo Facebook “Quelli della spiaggia di San Pietro” fa l’identikit dei tre protagonisti. Il primo a sinistra è “Ciccio d ‘Ambra, parente della famiglia d’Ambra Vini e dei Lucibello, emigrato a Swansea nel Galles”. Al centro, invece, spicca “Don Antonio Cervera, creatore della storica taverna Antonio sulla Riva Destra”. A completare la scena, “col primo tipo di lambretta al mondo, un marinaio imbarcato sul Sereno, lussuoso e grande yacht di Angelo Rizzoli che ormeggiava fisso nel nostro porto. Il marinaio, un uomo proveniente dal nord Italia, sposò una delle giovani proprietarie del ristorante del forestiero di Lacco Ameno”.